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Dopo Tànaro, Bòrmida e l'inconscio collettivo di Alessandria (Maxmi, Castelnuovo Scrivia 1995), Riccardo Motta torna a ripercorrere il tragitto del Grande Nastro Oscuro e Limaccioso - il fiume Tànaro nel proseguo che dal Piemonte, dopo avere generato un parziale confine con la Liguria, va a morire quasi nell'Oltrepò pavese. In tanto tragitto ed in adeguata contaminazione idrogeologica, il fiume resta ancora e sempre "un grande dispensatore di immaginario", segnando con la sua presenza esistenze singole e collettività arcaicizzate. Rispettato, temuto, forse odiato in terra alessandrina dopo la terribile alluvione del 1994. "Vicolo Fiume Tànaro" è un viaggio in sei stazioni sulle costanti culturali della cultura fluviale di tutto il pianeta. Una narrazione condotta con gli strumenti irrinunciabili dell'antropologo attraverso il linguaggio divertito del giornalista curioso, in cui un unico sistema fluviale è chiamato a testimoniare dell'immenso patrimonio fenomenologico che dall'anno zero si è sviluppato ai margini dei corsi d'acqua del pianeta Terra.