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Piero aspira a combattere con onore per la Legione Straniera e morire in battaglia se occorre. Ma la realtà che incontra non è quella che aspettava di vedere, l'onore che pensava di mettere al servizio dell'esercito diventa orrore e violenza. Piero si batte nonostante tutto. Di ritorno in Italia, congedato con onore, ricomincia la sua esistenza con uno zaino, un machete, un fischietto ammaccato, un paio di stivali di cuoio fatti a mano, una coperta d'angora e gli occhi di Djamila, stampati nella memoria come il rimpianto di non avere fatto abbastanza per aiutarla. La pensione Villaverde non sarà l'oasi di pace tanto sperata e un passato così ingombrante non tarderà a presentarsi per riscuotere un tributo di sangue. La trappola dei suoi trascorsi spingerà Piero a uscire dal suo guscio di sofferenza e a sfruttare l'occasione per ritrovare il senso dell'amore e dell'onore che l'ombra della morte gli aveva celato per tanti anni. Il romanzo indaga le lacerazioni profonde che la tragedia algerina e la professione di mercenario infliggono al protagonista portandolo a uno scontro impossibile da vincere.