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Con Una Nea-Polis sospesa l'autore cerca di definire il capitale umano, raccontato in Terro(m)nia, accompagnandoci sulle tracce della sua capitale. Fin dal titolo, un chiaro riferimento alla pratica del "caffè sospeso", l'opera può essere definita un "libro solidale". Nea-Polis viene qui rappresentata come "città ideale" da cui ripartire, affinché l'umanità possa riprendersi il suo habitat naturale: il contesto sociale, in armonia con la Natura. Non si tratta di una mera città massmediatica, ma di una Nea-Polis conservatrice e rivoluzionaria, antica e avveniristica al tempo stesso, che ancora conserva i tratti di un'antica Polis, ma che ogni giorno è innovativa (Nea). Pagina dopo pagina il lettore si troverà "sospeso" tra l'ideale e il reale, tra utopia e distopia. La Storia ci ha abituati a considerare reali le distopie, mentre le utopie sono state bandite, segregate dentro architetture filosofiche o confinate in una certa letteratura. Questo libro è un manifesto, una fotografia, una sorta di documentario che cerca di mostrare che, a volte, l'ideale è già una realtà di fatto, che l'Utopia si avvera.