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I personaggi del "Novellino", colti nella loro spontanea e reale vita di rapporto sociale, di lavoro e anche di ozio, nascono da radici inconfondibili per spirito, forza, vitalità e fantasia. Si direbbe, per voglia di memoria, sulla scia delle "Trecento novelle" del Sacchetti, del "Novellino" di Masuccio Salernitano e soprattutto delle libere invenzioni di Giambattista Basile, autore del capolavoro, scritto a Montemarano, "Lo cunto de li cunti" che, con ironia, magia e tanto coraggio, insegna il valore della libertà, di pensiero e di ispirazione, senza pregiudizi o falsi moralismi, contro "li superiori" di ogni tempo e l'immancabile codazzo dei loro zerbini.