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Girolamo Miani intraprende la carriera politica nel corso di una prolungata congiuntura militare: la guerra fra la Serenissima e i collegati di Cambrai (1509-1517). Nell'agosto del 1511 viene fatto prigioniero da un reparto di imperiali comandato dal greco-albanese Mercurio Bua. Si trova nel campo nemico a Maserada sul Piave, quando la sera del 27 settembre riesce a fuggire e a riparare a Treviso, rimasta veneziana. Successivamente Miani dichiarerà che fu l'intervento della Vergine a consentirgli di liberarsi, passare inosservato tra le linee nemiche e giungere a salvamento. A testimonianza della straordinaria vicenda, Girolamo dona al santuario della Madonna Grande di Treviso i simboli (catene, ceppi) della sua prigionia. Questo volume si colloca nel cinquecentesimo anniversario degli avvenimenti che impressero una svolta radicale nella vita di Girolamo Miani, spingendolo a una riflessione interiore culminata nella vocazione a porsi al servizio degli orfani, dei derelitti, dei miseri. Diversi autori esaminano, sotto angolazioni particolari, gli aspetti salienti della vita di Miani, prima e dopo le circostanze che portarono un uomo d'armi alla santità.