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Sulle placide e lussureggianti colline udinesi sorge villa Cavour, un edificio dall'architettura eccentrica progettato e costruito nel 1940. La villa viene affittata a un prezzo di gran lunga inferiore a quelli imposti dal mercato, tanto che il nuovo inquilino, reduce da un doloroso divorzio, si considera fortunato almeno in questo. Durante i lavori di restauro della villa, però, in seguito all'intonacatura delle pareti viene riportato alla luce un'inquietante quanto enigmatica rappresentazione composta da diverse macabre scene. Interpretando grazie a un sogno alcuni particolari dell'affresco, l'inquilino scopre, con orrore, che sotto il terreno su cui cresce un antico vigneto sono sepolti i cadaveri di quattro esseri umani. Durante i rilievi condotti dalla Polizia, il fotografo incaricato di realizzare gli scatti fotografici ai poveri resti della famiglia massacrata, scopre, durante lo sviluppo della pellicola, che i cadaveri emettono ancora un'aura, nonostante siano passati anni dall'accaduto. L'ispettore di polizia incaricato delle indagini chiede allora la consulenza di un professore di semiotica dell'Università di Udine; questi, dopo le prime sconcertanti scoperte sull'affresco e su una serie di reperti scovati nel parco della villa, chiederà a sua volta l'aiuto di un esperto di demonologia. La villa si dimostrerà essere la custode di un antico demone, citato nel Libro di Enoc, testo apocrifo dell'Antico Testamento.