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L'introversione dell'artista, causata dall'auto-esilio in riserva d'un'arte nata in clandestinità, viene a tradursi in un'estroversa riconciliazione col sociale, nella forma della resistenza critica alla società moderna (c.d. vita trendy; etica del successo; mondo del lavoro), all'umanità moderna ("inautenticità"; adattabilità, a tutti i costi; analfabetismo emotivo; incultura), alle istituzioni moderne (dominanza e controllo). Percorrendo il suo snervante "viaggio" oltre le colonne d'Ercole di romanticismo/ clandestinità, simbolismo/ resistenza, ermetismo/autismo e realismo/ estroversione, l'io lirico moderno, randagio viandante, arrivato al rendez vous del terreno di combattimento, s'addestra allo scontro definitivo, invocando, con voce tonante, il "demone della scrittura".