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Popolare ma non populista, Luigi Zampa ha attraversato il neorealismo, ha anticipato la commedia all'italiana, ha scontentato i critici di ogni fazione ed è stato ferocemente censurato dalle istituzioni. È il meno studiato dei grandi registi del nostro cinema. Ed è uno dei più attuali. I personaggi che abitano i suoi film sono nostri contemporanei: falliti ridicoli e idioti trionfanti. Zampa non si chiama fuori: si mescola con la realtà, si sporca le mani. Ma non rinuncia a una morale. Come ha detto Ettore Scola: "Zampa voleva poter anche ridere delle tragedie dei suoi uomini, ma ridere civilmente".