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Perché i focolarini, i comunisti, i riformisti, gli ecologisti, i cattolici popolari, i radicali, gli extraparlamentari, i socialisti, il Partito umanista, l'Opus Dei (se proprio proprio vuole), devono stare nel Partito democratico. Questo libro è interamente dedicato al Partito democratico, eppure non vi si parla, pressoché mai, di Walter Veltroni e di Massimo D'Alema, di Franco Marini e di Francesco Rutelli, di Democratici di sinistra e di Margherita. Ciò si deve non a un esercizio di alta e perigliosa acrobazia, bensì a una precisa scelta politica. È vero, infatti, che il tema della leadership e quello del rinnovamento non solo generazionale, quello della democrazia interna e la stessa cosiddetta 'questione morale' sono tutte problematiche cruciali, meritevoli della più attenta riflessione, ma vengono dopo. Sono successive a quello che qui viene indicato come il nodo essenziale: l'identità del Partito democratico. Luigi Manconi insegna Sociologia dei fenomeni politici presso l'Università Iulm di Milano ed è presidente di 'A buon diritto'. È stato portavoce nazionale dei Verdi, senatore per due legislature e sottosegretario di Stato alla giustizia nel secondo governo Prodi. Editorialista dei principali quotidiani nazionali, collabora attualmente al Sole-24 Ore e all'Unità.