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Si può ridere della mafia? "Signor Giudice, mi sento tra l'anguria e il martello" dimostra che si può e forse si deve. Attraverso una selezione di balordaggini (vere e proprie gag comiche), svela l'altra faccia della Piovra; un sottobosco di boss illetterati e patetici padrini con le loro peregrine citazioni pullulanti di "prove scaccianti", persone minacciate dalla "spada di Damacca" ma che a collaborare non hanno mai avuto il minimo "tintinna mento".