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Un romanzo d'esordio che colpisce al primo impatto: sfogliandone le pagine, la varietà del layout conquista subito il lettore e restituisce la ricchezza di un testo costituito da parti narrate su righe stringate e d'immediata evocazione; brani semi-poetici che fungono da indispensabili flashback; intermezzi musicali in strofe, strettamente collegati al narrato, preziosi valori aggiunti a una storia costantemente accompagnata da elettronica e new wave anni '80. Un protagonista senza nome, in balia dei propri istinti nichilisti, che sembra sapersi rapportare soltanto con se stesso e con le proprie considerazioni su ciò che gli accade intorno, propone tra le righe una visione del reale filtrata e trasfigurata dai sensi. Sembra avere in odio il mondo intero, quel mondo al quale non sente di appartenere, ma che non riesce a fare a meno di osservare e reinterpretare. Cerca di sfuggirlo, trovando riparo nella sua passione ossessiva per la musica, isolandosi acusticamente. Ma il rifiuto per la realtà in cui si muove convulso è allo stesso tempo tentativo disperato di riappropriarsene. Quella del protagonista è un'esperienza notturna e surreale, fatta di percorsi a piedi, echi del passato e incontri casuali che, in un susseguirsi di eventi senza pause, diverranno gli artefici del suo riscatto emotivo. Un viaggio metropolitano dell'anima, in stato di veglia e tutto d'un fiato.