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£Quante volte parliamo o sentiamo parlare dell'alba e del tramonto del sole. Quante volte della luna notturna: piena, tre quarti, mezza, un quarto, assente. Forse ogni giorno, perché la sua bellezza ispira l'amore, perché a volte imprime paura, perché è, o sarà, il primo futuro che ci aspetta fuori dal nostro pianeta. Ma quante volte ci soffermiamo a parlare della luna o con la luna di giorno? Probabilmente mai. Forse perché è così labile, evanescente, incorporea, che fa si che sembra quasi di avere a che fare con qualcosa di inesistente, che non è in grado di ascoltarci. O forse, semplicemente, perché di giorno siamo troppo occupati a lavorare per 'perdere tempo a pensare o riflettere'. Meglio di notte, quando si è soli, nascosti dal buio e dopo un po' ci si addormenta. Con 'Luna di giorno' spero di riuscire ad aprire i sentimenti umani in tutte le loro espressioni. Dare uno stimolo. Mi rivolgo a chi cerca e fa fatica a trovare, a chi nel cuore ha amore e a chi ha odio. Mi rivolgo a me e a te. E spero di essere riuscito a dare un 'friccico de luna' a tutti voi." (L'autore)