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L'autore ci ha abituato a percorrere la storia attraverso la fotografia. Ancora una volta ci dà modo di analizzare uno spaccato della vita quotidiana attraverso di essa. Se ci fermassimo qui sembrerebbe che questo nuovo libro sia scontato e già visto. Abituato, ancora una volta: ci fanno pensare a una ripetizione, a qualcosa che torna come se non fosse stato già tutto detto. Questi dubbi cadono nel momento in cui si comincia a sfogliare il libro, sembra di intraprendere un viaggio su un sentiero più o meno facile, ci si accorge infatti che non ci si può abituare al fascino della storia raccontata dalle immagini. Questi ritratti sintetizzano la società, gli usi, i costumi dei tempi che raccontano. La prima fotografia è del 1860 e presenta due sposi austeri, vestiti a festa con uno sguardo che non lascia trapelare nulla, si può immaginare un accordo fatto da altri per loro o invece il desiderio condiviso da entrambi di proseguire la vita insieme. Nei brevi tratti storici che si trovano all'inizio del libro abbiamo modo di leggere che cosa il matrimonio ha rappresentato fin dai tempi più remoti, i riti, la scelta dei simboli.