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Milano, 1911, sul promontorio estremo dei secoli. La retorica futurista infiamma i circoli culturali europei, cavalcando ideali di progresso, guerra e volontà. "Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il tempo e lo spazio morirono ieri", recita il Manifesto. Ma le porte dell'impossibile sono già state aperte, e dal passato emergono oscure figure che sconvolgono la vita di Raimondo Mirabile e del suo maggiordomo Gregorio. L'esoterica società degli eletti si è ormai infiltrata tra la borghesia, gli artisti, gli industriali, e la sua mira è soggiogare le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa. Solo un manipolo di ardimentosi si oppone ai piani degli eletti; mentre Raimondo si ritrova attore principale in un duello di volontà contro deliri di onnipotenza umani e alieni, l'aplomb di Gregorio viene messo a dura prova da suggestioni psichiche di massa, uomini che si sciolgono sul tappeto e ospiti inattesi che si ripresentano a trent'anni di distanza, senza il minimo preavviso. Ma un buon maggiordomo trova sempre una soluzione.