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Un fuoco di fila di storie, di processi celebrati nel Tribunale di Torino. Storie incredibili, ma vere, a volte grottesche. Ne nasce uno spaccato della società italiana, volto a spiegare ai lettori di che cosa si occupa, anche, la Giustizia penale in Italia. Gli autori sono pubblici ministeri precari, impegnati a lavorare ogni giorno in tribunale. Noti negli uffici giudiziari come "VPO" (vice procuratori onorari), titolo dal sapore balzacchiano, salvo scoprire che a loro non spetta alcun onore, ma solo oneri. L'oggetto della denuncia è più incredibile delle storie raccontate: la precarietà nella magistratura. Dove al male dell'ingiustizia sociale (vittime i magistrati onorari in quanto lavoratori non riconosciuti come tali dallo Stato che servono), si aggiunge la totale negazione della funzione di garanzia della magistratura. Scopo provocatoriamente dichiarato del libro, raccogliere fondi per finanziare l'iniziativa giudiziaria degli autori: fare causa allo Stato per ottenere "l'erogazione del trattamento di quiescenza", vale a dire la pensione.