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Nel novembre 2005, Irving fu invitato da un'associazione studentesca viennese a tenere un discorso all'università. Il suo arrivo, che per motivi di sicurezza doveva essere tenuto segreto, fu scoperto attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche. Incarcerato inizialmente nella prigione di Jakomini, a Graz, Irving fu trattato come prigioniero politico per avere espresso opinioni ritenute. Secondo la legge austriaca, non poteva essere estradato fino a quando non avesse affrontato il processo in loco. Invischiato nel sistema giudiziario austriaco, che considera una persona colpevole fino a quando non venga provato il contrario, nelle prime sei settimane di prigionia gli venne proibito persino di telefonare a casa. Irving rivela le sue memorie in questa "oasi di paranoia", un non-luogo dove, del tutto isolati dal resto del mondo, si vive estraniati da quello che dovrebbe essere il sistema di una moderna nazione europea quale l'Austria. Questo volume racconta il processo, la mobilitazione internazionale, l'incontro con gli altri prigionieri, ripercorrendo al tempo stesso il precedente lavoro di ricerca storica di Irving, per giungere alla condanna a tre anni di reclusione e alla scarcerazione avvenuta dopo 400 giorni.