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Per secoli le donne sono state escluse dalla sfera pubblica. Nonostante il progresso e le conquiste ottenute grazie ai fautori dell'uguaglianza dei diritti nel corso della storia, negli Stati Uniti, che insieme alla Gran Bretagna hanno rappresentato la culla del movimento femminista, le donne sono ancora sottorappresentate nei ruoli pubblici e politici di rilievo, come quelli di senatore o governatore di uno stato e, in particolare, quello di Presidente che appare ancora inaccessibile al genere femminile. Questo libro si propone di esplorare il rapporto intricato e complesso tra le tematiche linguistiche, politiche e di genere attraverso la figura dibattuta e controversa di Hillary R. Clinton. L'analisi considera Hillary R. Clinton sia come soggetto del discorso in qualità di personaggio politico impegnato in interviste, conferenze stampa e dibattiti, sia come oggetto del discorso, in qualità di personaggio pubblico e bersaglio dei mass media. La sua corsa alle primarie per la nomination Democratica nelle elezioni presidenziali americane del 2008 ha, ancora una volta, risollevato pregiudizi e stereotipi, così come atteggiamenti sessisti e discriminanti nei confronti delle donne sia nell'arena politica che nell'ambito della comunicazione di massa.