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Nato storto per morire dritto. Dice il protagonista, un trentenne aspirante suicida. Dal fatto all'antefatto. Tra grotteschi tentativi di togliersi la vita e sterili incontri con gli psichiatri, la grande macina del dolore necessario esonda nella scrittura attraverso l'espediente del flusso di coscienza. Sotto la coltre fitta della depressione, il nostro disturbato guerriero incrocia la "dottoressa centottanta", gli psicofarmaci e scopre "le verità del bugiardino". Lucida, intelligente, disincantata, la narrazione assume a volte un tono aspro che tende alla comicità e all'assurdo. Ma riuscirà a diradare l'ombra del "male oscuro"?