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"La nube si levava, non sapevamo con certezza da quale monte, poiché guardavamo da lontano; solo più tardi si ebbe la cognizione che il monte fu il Vesuvio. La sua forma era simile ad un pino più che a qualsiasi altro albero. Come da un tronco enorme la nube svettò nel cielo alto e si dilatava e quasi metteva rami. Credo, perché prima un vigoroso soffio d'aria, intatto, la spinse in su, poi, sminuito, l'abbandonò a se stessa o, anche perché il suo peso la vinse, la nube si estenuava in un ampio ombrello: a tratti riluceva d'immacolato biancore, a tratti appariva sporca, screziata di macchie secondo il prevalere della cenere o della terra che aveva sollevato con sé". Sono queste le parole usate da Plinio il Giovane, nella prima lettera a Tacito, dove descrive l'inizio dell'evento eruttivo del Vesuvio, nel 79 d. C, che dà il nome al ciclo pittorico di Nicholas Tolosa. Una serie di otto tele, dove protagonisti sono i corpi "pietrificati" dei pompeiani. Tolosa partendo dallo studio dei calchi restituisce attraverso la sua pittura una sensazione al limite tra il racconto inerme degli scheletri di uomini e donne e bambini, e la vita sorpresa dalla tragedia....