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"Prima in Bosco, poi in altri paeselli vicini fu gridato "Costituzione"... Tosto Re Francesco mandò a furia con ordini severissimi il brigadiere Del Carretto a capo di alcune centinaia di gendarmi. Costui distrusse a colpi di cannone il villaggio di Bosco già deserto di abitanti; ed incarcerati quanti gli capitavano rei o sospetti, li fe' giudicare da una Commissione militare da lui stesso nominata, la quale ne condannò a morte ventidue, ed una sessantina a la galera: ottanta ne furono carcerati in Napoli come complici, e sette condannati nel capo. Per questo servigio il Del Carretto ebbe titolo di marchese, grado di maresciallo, e fu tenuto in petto per cose maggiori". Ecco come Luigi Settembrini nel libro autobiografico "Ricordanze della mia vita" racconta i Moti del Cilento e la sanguinosa repressione da parte del Governo borbonico: era il 7 luglio del 1828 quando Francesco Saverio Del Carretto mise a fuoco il piccolo paese distruggendolo e ne uccise quasi tutti gli abitanti...