Tab Article
Dopo l'affresco europeo delle "Necropoli immaginarie. Rappresentazioni della morte in Balzac, Flaubert, Zola, Dickens, Dostoevskij e Tolstoj" (1996), Ernestina Pellegrini con "Il grande sonno" disegna il funebre ipogeo della letteratura siciliana fra Otto e Novecento. Dal modello secolare della morte addomesticata al nuovo tabù contemporaneo. Dalla fine degli eroi romantici che morivano con gli occhi volti al di là delle nuvole ai decessi sporchi dei "poveri diavoli" ai margini del mondo. La morte è ritornata selvaggia. Da Verga a De Roberto, da Pirandello a Tomasi di Lampedusa, da Sciascia a Bufalino, si individuano i trucchi estetici con cui gli scrittori cercano di colonizzare il nulla.