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"Non c'è festa popolare abruzzese in cui il cibo non abbia un posto d'onore. Arrosticini, porchetta, lupini e vino rosso sono ciò che resta dei sacrifici e delle offerte con cui le tribù italiche celebravano i loro Dei. Nelle sagre brulicanti e chiassose di oggi si consumano da secoli riti e liturgie che hanno una sostanza immutata, ma ai più sconosciuta. Ricondurre gli arrosticini agli extra arrostiti per Eracle e la porchetta alla porca sacrificata alla divinità femminile lunare è la parte più ammiccante del testo che, sulla base di un lungo studio, approfondisce la relazione del cibo con il Sacro nelle diverse culture religiose, presenti e passate e "si presenta non soltanto come libro di antropologia, di folklore o di cucina arcaica: esso svela le prime mosse del misterioso, originario processo che tiene insieme quel che siamo con quel che conosciamo, e getta luce su come facciamo a conoscerlo" (Dalla postfazione di Franco Farinelli).