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"Poiesi della materia" scrive A. Rotundo vuole essere la storia di un "perpetuo nascimento". Proprio come la fertilità e la maternità, mette in evidenza un concetto su tutti: l'arte è una possibilità del fare e dell'aver "cura", come si conviene ad una nuova vita, ad una nuova speranza, per tutelarne la fragilità e la delicatezza. La materia mette in risalto la concretezza della vita dalla quale l'arte deriva rappresentandone, allo stesso tempo, una sua funzione migliorativa di speranza e di rigenerazione. L'arte è una possibilità di vita che rivela un mondo formalistico, dove forma e sostanza si incontrano nella luce, nella materia e nella densità del fare. Un dialogo, una narrazione paradossale. Una credenza mai sopita nella "cura sociale" attraverso l'arte.