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«Una prima paradossale impressione davanti a queste piccole chiese rurali, ai margini di villaggi spesso isolati, è stata quella di trovarsi in territori assolutamente "centrali", luoghi di collegamento tra tempi e spazi lontani tra loro. Da un lato queste cappelle suggerivano legami forti con il passato: un debito profondo verso le tradizioni locali, l'eredità di rapporti storici con il colonialismo, e ancora, il ricordo dell'esperienza dei primi missionari lungo le piste della savana o addirittura un contatto privilegiato con il cristianesimo delle origini, con il suo significato di riscatto. Allo stesso tempo però, i villaggi animavano queste realtà giorno per giorno, organizzando attività sociali, gestendo i rapporti con le altre comunità religiose, rendendo questi insediamenti dispersi, frammenti vitali di presente nel cuore di un mondo in pieno divenire. Così, con queste suggestioni e molte domande aperte, ho iniziato a realizzare una serie di fotografie attraverso Ghana, Burkina Faso e Mali».