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"È poesia che rotola questa, di parole capriola. Presa dal fantastico racconto che sfonda il giorno, la lingua, ogni ordinario. Parola gioco e vertigine: accolta, presa da un flusso visionario mischia luoghi e spostamenti e fughe. Senti voci che strillano rauchi 'tanghi' al non so. A ciò che manca! Trovi il taxi di De Niro lungo la strada dei guaglioni e Sakamoto, con un play, fa bolla, nella folla! Sotto sotto puoi sentire l'Enzo Jannacci e squillanti d-e-j-a-v-u, nei non sense, nei paradossi, nei voli. Ma confusi confusi, solo un'infatuazione come di nuvola, lei è più sottile, perspicace, furbetta nella svolta, nel tagliare l'angolo per fare piroette, capitomboli, salti e larghe risate con la lingua. Poesia femmina! Stropiccio di lenzuola con i voglio e i vorrei, gli "oh!" d'ogni stupore e quelli del venire. Quelli del correr via e dell'affronto." (dalla prefazione di Mauro Marino).