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Pubblicato nel 1885, "Il tipo criminale" è una lucida critica alla teoria del delinquentenato di Cesare Lombroso. Punto di passaggio imprescindibile non solo per gli studi criminologici, il testo di Tarde sembra conservare anche una sua straordinaria modernità per l'impostazione epistemologica e le suggestioni politiche che ci consegna: qual è il ruolo della scienza di fronte al problema criminalità? Quali i metodi con cui lo affronta? Quali le sue ricadute sulle politiche pubbliche? Il processo di criminalizzazione dello straniero nelle nostre società globali, ad esempio, sembra riproporre, per alcuni versi, la questione del "tipo criminale" al centro del dibattito sociologico italo-francese di fine Ottocento. Per i suoi studi empirici e la teoria che ne trasse, ancora oggi Lombroso è considerato il precursore delle ricerche neuroscientifiche sulla criminalità. Il filo rosso che lega il positivismo lombrosiano alle neuroscienze, infatti, è la possibilità di "guardare dentro il cervello", muovendo dal presupposto che vi sia una qualche differenza "biologica" tra il criminale e il non criminale. In questo lavoro, contrapponendo al delinquente-nato il tipo professionale o sociale del criminale, Tarde non solo critica il metodo positivista della scuola lombrosiana, ma pone anche le basi per una teoria "sociale" del crimine.