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"L'uomo ha bisogno del sogno. Ma di quale sogno? Non di una dimensione onirica inerte e abbandonata, ma del sogno creatore, che riscatta l'uomo dalla polvere, che lo stimola a non arrendersi a delle coordinate mentali, e di azione, che comunemente si chiamano "realistiche", ma che occorrerebbe cominciare a considerare "ciniche". L'uomo ha bisogno del sogno, un sogno a occhi aperti, vigile, lucido e febbrile, abitato da ideazioni, opere e creazioni: un sogno in comune, non un sogno solipsistico. Un merito grande del presente testo: quello di sottrarre la "corrente calda" dell'utopia dai meandri, dalla "morta gora" delle biblioteche, togliendola alla fiction, per recuperarla all'ampio volume del pensiero politico, inteso come critica e progettualità. Davvero l'utopia è respiro di progettualità, è speranza progettuale in cammino; se non si è desiderata la totalità, non si potrà neppure aspirare a risultati parziali, e se non si è chiesto l'impossibile, neppure il possi ile ci verrà dato."