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"I miei giorni sono fette di melone" vuole essere una raccolta di fonti diverse, per cogliere la pluralità delle relazioni e dei significati che gli uomini hanno saputo costruire attraverso il "cucumis melo". Questo nobile frutto ha condiviso con gli esseri umani una buona fetta della loro storia: Messer Boccaccio non esitava a evocarlo nelle sue novelle; Caterina Sforza, madre di Giovanni dalle Bande Nere, lo utilizzava per le sue capacità abbronzanti; Juan Sancez Cotan e Pablo Picasso lo dipinsero magistralmente nelle loro "nature morte"; Alexis de Tocqueville lo assunse come simbolo stesso della democrazia; Sigmund Freud si preoccupò di interpretarne la presenza nei sogni di Cartesio; l'arte culinaria lo abbinò al prosciutto creando un binomio che ha attraversato i secoli e le frontiere; la saggezza popolare ancora oggi ricorda che "il cuore delle donne è fatto come un melone"; la moderna scienza dietetica ne individua le proprietà antinvecchiamento; gli abitanti del piccolo paese di Gavello di Bondeno di Ferrara lo elevano a simbolo della coesione sociale e dell'amore per la propria terra. Il melone è impregnato di cultura e qui se ne gustano i significati.