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I contributi raccolti in questo volume conducono la letteratura umanistica de thermis verso il suo fulcro scaligero, rappresentato dal De thermis caldarianis di Giovanni Antonio Panteo, testo culmine della letteratura veronese tra Quattro e Cinquecento. L'opera di Panteo, un dialogo diviso in tre giornate, sintetizza esemplarmente le propensioni erudite dell'umanista e quella sapienza medica che guarda al recupero degli antichi scriptores rei medicae come ad una prerogativa irrinunciabile dell'esperienza letteraria. Essa pone al moderno lettore fecondi spunti di riflessione sul ruolo delle humanae litterae e sul loro primato nei confronti della scienza medica e delle indicazioni terapeutiche che questa forniva. Gli studi qui compresi indagano i vari aspetti dell'opera di Panteo (e dintorni), incluse le vicende redazionali, il reticolo delle fonti - greche, innanzitutto -, il complesso rapporto tra istanze erudite e tensioni utopiche. Il quadro che ne emerge contribuisce a illuminare ulteriormente testi e vicende culturali non trascurabili dell'Umanesimo veneto.