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Adra e Samir, entrambi algerini, complementari l'una per l'altro, sono i fili conduttori di una serie di vicende che si sviluppano intorno a molti personaggi, ognuno dei quali contribuisce a rappresentare la realtà sconosciuta di una Milano non proprio "da bere". Milano diventa anch'essa protagonista con le sue abitudini, le strade affollate, le case di ringhiera abbandonate, i giardini nascosti, le mansarde. Negli episodi della vita milanese di Samir si evidenziano le contraddizioni di un universo minoritario dove forse l'unica vera solidarietà è quella tra gli emarginati; ma anche in essi Samir ritrova la riproduzione classista e reazionaria di coloro che appartengono alle classi più agiate. Samir è legato da un tenero e insieme intenso sentimento d'amore per l'Algeria; mantiene per essa e per la sua storia tragica un ricordo dolcissimo che riassapora di tanto in tanto in qualche viaggio tra l'Italia e il suo Paese. Gli occhi con cui osserva il suo paese sono però diversi, ormai. In Algeria Samir ha lasciato Adra, che avverse circostanze non gli permetteranno di sposare, ma che gli resterà in qualche modo fedele; Adra ha dovuto combattere una durissima battaglia per emanciparsi, ha sfidato le insensate convenzioni di una società nella quale alla donna è impartita la cultura della sottomissione e della rassegnazione.