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La Grande Guerra è finita e l'Italia si avvia verso una lenta e complessa evoluzione. Il Paese si sta trasformando e anche i costumi cambiano, ma in agguato c'è la censura che molto si applica nello stabilire regole relative al corpo, primo terreno di battaglia dell'attività dei moralisti. In stretto connubio con il potere politico, l'Italia clericale ha il sopravvento: si tratta dunque di stabilire cosa sia consono o meno, quanta pelle si debba scoprire, quali siano le misure accettabili del visibile. La libertà dei costumi, diventata poi sessuale, era di là da venire. Come stenta anche oggi ad affermarsi, se è vero che l'Italia è una delle poche nazioni in Europa a non disporre ancora di una normativa sulla pratica del naturismo. In questo volumetto, l'autore ripercorre con sagacia e ironia l'arduo percorso tra morale e immorale, tra lecito e illecito, tra accettato per forza e accettato per convenienze economiche. Per infine dedurre che la libertà è un concetto raramente rispettato.