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In una società in crisi come la nostra, non stupisce che nei giovani appaia oggi più radicale e più disperata la fisiologica "crisi" propria della loro età, un'età di sogni di onnipotenza destinati inevitabilmente a infrangersi al contatto con la realtà. Bambini depressi, ipercinetici, ossessivi; ragazzi con fantasie persecutorie; ragazzi di fronte alla morte o alla perdita delle persone amate; ragazzi suicidi. Genitori e famiglie in cerca di aiuto. A partire da alcune storie cliniche che risultano a tratti agghiaccianti sebbene esposte con grande sobrietà, anche attraverso la viva voce dei protagonisti - l'autore riflette su quale contributo la psicoanalisi può offrire per la comprensione e la presa in carico di simili situazioni. Introduce e ridiscute alcuni concetti teorici sull'infanzia e l'adolescenza, anche alla luce di un dialogo con le neuroscienze, oggi presenti, ad esempio, nel dibattito sul Sé junghiano. Prende in esame la posizione dell'analista infantile nell'attivazione della funzione simbolica all'interno della relazione con il paziente; il transfert, in un confronto tra approcci junghiani e bioniani; l'angoscia di perdita dell'oggetto. Sottolinea, a quest'ultimo proposito, l'importanza della dimensione ritmica nella presenza/assenza dell'oggetto reale perché possa formarsi un solido oggetto interno. (Prefazione di Suzanne Maiello)