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Le fiabe di Giuliana Adamo "si allontanano dalla tradizione". Il loro "realismo" non esclude l'intervento di fate o di altri poteri, anzi, ne rende più evidente la funzione di realizzare desideri. Anche il linguaggio, tessuto su registri del patetico infantile, presenta venature di lingua 'moderna' e perfino qualche striatura di lingua sarda, indici entrambe di una tendenza a ravvicinare in modo sensibile ma chiaro il mondo fiabesco al mondo familiare, non perché il primo venga ridimensionato dall'altro quanto piuttosto per il contrario, in quanto la credibilità di ciò che in effetti è immaginato viene accresciuta dalla vicinanza ad un mondo non del tutto estraneo al bambino che ascolta o che legge queste fiabe.