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Chi ha ucciso Ernest Hemingway? La risposta a questa domanda è il cuore del plot di un libro che si legge come un romanzo giallo. Che inizia nel nome di Margot, una diciottenne bionda americana che giunge a Parigi e si reca nei luoghi sacri frequentati dal nonno. In uno di questi, nella celebre libreria Shakespeare and Company, incontra Joseph, uno scrittore italiano molto impegnato a ridar lustro a quella libreria che, nel 1922, grazie all'opera di Sylvia Beach, aveva pubblicato l'Ulisse di James Joyce. Margot racconta prima a Joseph e poi a Georges, un suo amico pugile e giornalista, quello che sa, dubbi compresi, sulla vera morte di Ernest, "il nonno". Da qui parte anche un racconto che in gran parte assume l'andamento di un thriller in cui compaiono la CIA, il Kgb e personaggi di ogni genere che pescano nel torbido. Man mano che la trama si sviluppa nasce il sospetto che qualcuno si sia divertito a mischiare le carte attorno ad Ernest Hemingway, con incidenti a catena fra Cuba e Venezia, tra Parigi, New York e l'Africa. Infine due colpi di fucile e un suicidio: ma i è suicidio davvero? E perché?