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L'idea comune che abbiamo di tempo e spazio è da ricondurre a Newton. Lo spazio è quella entità sulla quale ed entro la quale avvengono tutti i fatti del mondo, mentre il tempo è la ragione fondamentale per l'auto-identificazione e auto-comprensione. Con Einstein si giunge a una rivoluzionaria concezione: spazio e tempo non esistono. Questo, che è alla base della connessione tra fisica e filosofia, consente di giungere a straordinarie acquisizioni: 1. La fine di ogni metafisica tradizionale; 2. Ogni volta questo farsi-spazio è preceduto da una radicale "assenza d'essere": l'esistenza è solo nell'effettività dello squadernarsi di tutto questo; c) che l'essere della Tradizione Occidentale, non essendo più un qualcosa di prescrivibile in ragione della sua pre-esistenza, essendo invece il portato, ogni volta, di interrelazioni probabilistiche non causali, apre a una nuova accezione di ontologia quale de-ontologia tutta da scrivere. Una de-ontologia in cui "essere" non può che dirsi chiuso nel logos, in questo logos-qui come precipitato ultimo della modalità strategica di ànthropos nei suoi modi interrelazionali con il mondo.