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I viaggi non sono mai semplici, nemmeno quando te ne vai in vacanza. C'è sempre una fatica, un ostacolo da superare. Ma quando devi riportare in patria un morto il viaggio è ancora più difficile. Una visione dall'alto, caleidoscopica, per mostrare e dimostrare il cinismo di un Dio ologramma dal nostro punto di vista. E ancora la buffa realtà delle agenzie di pompe funebri, che confidano nell'ineluttabilità della morte, fonte di guadagno, siparietto di condoglianze e poi bonifico vista fattura, ma che dietro nascondono altra vita e altre morti, tutte legate assieme. Se ti perdi tuo danno, nel senso che chi si spinge oltre senza cognizione o senza averne coscienza finisce poi per perdersi e pagarne le conseguenze. Tutta la storia si sposta tra rabbia e compassione, rozzo cinismo e malcelata pietà, ondeggiando scomposta come la grossa tenda di un sipario che si chiude sempre troppo piano. Dal grosso tronco dell'albero che è il viaggio, molti altri rami si aprono a stella per raccontare fino alla punta, fino ad arrivare alla foglia, cos'accade. Se il morto vuole tornare a casa, i vivi se ne vogliono andare e tutto richiede un punto d'incontro a metà strada.