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Il piano dell'osservazione e quello del senso si sovrappongono e si intrecciano continuamente. Il poeta è un osservatore, un viaggiatore dello sguardo. Il mondo che vede, e che ci propone (o a cui ci svela essere tutti condannati) è intriso di paesaggi desertificati. [...] Lo sguardo attraversa grandi città e piccole contrade, si sposta per oceani e continenti; nello spazio ma anche nel tempo. Ovunque però non rintraccia scene ma solitudini, non narrazioni logiche ma baluginii sospesi. E la commozione è appena accennata; salvo, in qualche caso, cedere la voce a una indignazione più netta e pronunciata, eticamente prorompente. Introduzione di Franco Dionesalvi e postfazione di Laura Cimino.