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"La poesia di Emilio Perissinotti chiama a non essere succubi di passioni conformiste e gregarie; non uomini proni e vili ma memori, attenti a non svendere nella gora delle tifoserie la capacità di restare uomini. Da Sebreniza a Gaza ritorna la domanda: "cosa hai fatto di tuo fratello"? Insegnare il disprezzo, non sentire il grido che viene dalla sofferenza disumanizza e tradisce il nostro imperativo morale. L'ospite sacro, il migrante, l'orfano, il profugo aspettano la nostra giustizia. Essi sono il metro del nostro livello di umanità. Il poeta ne è il testimone". (dalla Prefazione di Pietro Lazagna).