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"Sono arrivati ieri, hanno preso posto nei banchi, erano ligi ed impauriti, lo stupore era timore, timore di non essere in grado di rispondere alle richieste, timore che crescere significasse assumersi maggiori responsabilità e magari sentirsi incapaci ad affrontarle. Al terzo anno hanno compreso che non tutte le minacce avranno un seguito, è un po' come essere a casa e rispondere si, ma poi fare no. Sono maturati in tutte le forme, sono in grado di sconvolgere e di travolgere, ma anche di stupire e di capire. Più degli adulti sanno assumersi le proprie responsabilità e non temono le conseguenze. [...] Non sono necessari i nomi per identificarli. Anche se non vengono citati, tutti sono in grado di riconoscersi attraverso le sfumature con le quali ho cercato di tracciare i loro caratteri. Sanno che non vuole essere una mancanza verso il singolo, ma una considerazione per tutti perché comunque in qualche modo hanno contribuito a riempire quel cesto dove ogni giorno pongo un nuovo ricordo".