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"Semplicemente mamma è la prima e l'ultima parola che diciamo, nel tempo che ci è dato della nostra esistenza. È stata la prima parola che ho pronunciato. È una delle primissime parole che tutti impariamo a pronunciare da bambini. È la parola che si fa invocazione, nei momenti della gioia come in quelli della sofferenza: "mamma mia...". È la parola che fa baciare tra di loro le labbra. Quasi come se simbolicamente, attraverso il linguaggio del corpo, si volesse lanciare un messaggio: anche se non hai nessuno da baciare o nessuno che ti possa baciare, puoi baciare la mamma, puoi amare la mamma. A mia madre dedico l'ultima delle riflessioni di questo diario di quarantena. Assolutamente non perché la collochi all'ultimo posto in una gerarchia di affetti. Ci mancherebbe. Ho iniziato il diario con Maria, nel giorno dell'Annunciazione. E concludo con la mamma che abbiamo su questa terra. Sono convinto che il rapporto con la mamma spieghi almeno il 90% di ciò che siamo, del nostro approccio alla vita, del nostro modo di amare... Ma la mamma è la mamma: non è un modo di dire all'italiana."