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Vent'anni nel mondo della musica underground raccontati da uno di quelli che ci hanno sbattuto le corna. Una lunga e tribolata cavalcata sbobinata con ironia irriverente che diventa il pretesto per parlare di CD che si smaterializzano in Mp3, fanzine che diventano portali web, scambi di lettere vergate a mano rimpiazzati da interazioni social. Il tormentato microcosmo di una delle tante band desiderose di uscire dall'anonimato è il punto di partenza per un'incursione a briglia sciolta tra aneddoti tragicomici, personaggi felliniani e riflessioni - talvolta impietose - su come la rivoluzione digitale abbia sconquassato l'industria discografica, sedotto e messo in crisi musicisti, alterato meccanismi, aggiornato annosi interrogativi. Cosa ci ha consegnato questo ventennio di internet a banda sempre più larga? Chi ne ha tratto maggiori vantaggi e come? Che valore diamo oggi alla musica? Come siamo arrivati a un mondo dove si ottiene più attenzione con la foto di un tagliere di affettati che con musica inedita? Ma soprattutto: non era meglio correre dietro a una palla come fanno tutti?