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I simulacri, le statue, le sculture sono veicoli di conoscenze invisibili ma enigmatiche: imbastiscono con l'uomo un dialogo costantemente mutilo della voce. A chi però le ascolti pare che il tempo, incorporato in quelle figure di pietra, di polvere o di neve, riprenda lentamente a fluire. Un flusso esistenziale che può ossessionare e condizionare chi ne sia venuto in contatto. Mescolando tono fantastico e rievocazione letteraria, i racconti di Spila ci rivelano l'inquietudine di questo smarrimento, dalla venerazione alla paura, dal fascino alla morte.