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Nel diario di don Massimo Serio, che prima di scegliere il sacerdozio ha studiato medicina, si sente un po' anche lo sguardo attento di un medico sul paziente. E i "pazienti" sono la sua gente, i suoi parrocchiani, e gli studenti, a scuola: tutti travolti da un'inimmaginabile epidemia, quando questa parola da noi la si leggeva solo ormai nelle cronache dal Terzo mondo, o nei Promessi Sposi. È un'altra Italia, mai vista, quella che emerge da queste pagine, appuntata giorno per giorno con precisione e stupore. Il diario di don Massimo Serio sembra allora lo stare affettuosamente al capezzale di qualcuno che è molto caro, annotando ogni flessione e ogni miglioramento; e intanto riflettendo, aspettando, pregando - senza mai smettere di sperare.