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Quello che viene definito "il teatro di Artaud", riguarda un capitolo non secondario della storia della cultura occidentale. In Italia, in particolare dalla radicale fuoriuscita dal Novecento teatrale, la fortuna critica e scenica di Artaud continua a costituire un'eccezione. La scelta, all'interno del secondo Novecento, di privilegiare le vicende sceniche di Carmelo Bene, Rino Sudano e Socìetas Raffaello Sanzio consente di ripensare da un'altra prospettiva il teatro di Artaud. Tutti gli autori di cui qui scegliamo di occuparci, sono in grado di restituire qualcosa del movimento che emana dal lascito testamentario artaudiano; tutti lo hanno necessariamente tradito, e così facendo lo hanno fatto incessantemente nascere, rilanciando in lui qualcosa di essenziale, qualcosa che li tiene avvinti in un legame di filiazione reciproca.