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Ahmed al-Qarmalawi ci porta al Cairo, fra i vicoli di sapore mamelucco e il traffico di una megalopoli cosmopolita. Un romanzo che esplora il cuore dell'attuale crisi dei giovani arabi, divisi tra fondamentalismo e voglia di modernità. Yusef, Zayed, Rahma, Zena, il liutaio Obaid, lo Shiekh Ruslan e lo Sheikh al-Mosuli, suonano la loro musica, affrontando l'impatto che i tempi in continua evoluzione hanno sull'arte, consapevoli della necessità di proteggere e preservare le loro tradizioni. E suonano all'interno del Wikala, luogo di preghiera, musica e meditazione. La musica diventa filo di congiunzione tra passato e presente in un racconto che si tinge di noir e nel quale si intersecano le annose tensioni fra innovazione e tradizione, consuetudine e futuro e, soprattutto, fra le varie interpretazioni della stessa religione, l'Islam.