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Oggi come ieri, le variegate forme di esercizio della censura rendono particolarmente arduo il tentativo di tracciarne un perimetro certo. Nel campo specifico delle arti visive, la sottrazione di un'opera allo sguardo perché ritenuta offensiva, inappropriata o scandalosa, è fenomeno particolarmente frequente e dai contorni spesso inaspettati. Proprio la plurale complessità dei contesti politici, sociali, semantici e culturali nei quali le opere d'arte e le manifestazioni artistiche sono state messe al bando, sia nel presente che in alcune esemplari vicende del secolo scorso, è lo sfondo delle riflessioni raccolte in questo volume. A sollecitare l'analisi di alcune sue aporie sul piano storico e giuridico è stato un seminario svoltosi nel 2019 presso l'Università degli studi della Tuscia nel quadro delle attività avviate dalla sezione di Diritto e Arte (ADiA) dell'Accademia di diritto e società multiculturali istituita nell'ambito del progetto di eccellenza sull'Europa e le crisi del suo spazio culturale e istituzionale con l'obiettivo di approfondire la conoscenza di alcuni degli aspetti che maggiormente incidono sull'esperienza delle arti e della loro trasmissione nella contemporaneità.