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«Articolare un linguaggio visivo e quindi renderne manifesti i caratteri, così come indagare le tecniche, le tipologie di ricerca, le visioni, le aspirazioni e non ultime le paure, anche personali oltre che collettive, è ciò che da sempre fa l'artista con l'A maiuscola. In questo tempo è forse necessario distinguere tra chi con autenticità, dedizione, talento e passione scava dentro e fuori sé stesso, alla ricerca di un linguaggio visivo autentico, sorto dalla necessità, più che dall'opportunità; da chi invece antepone la seconda alla prima, riducendo l'arte il più delle volte a mera esposizione mercantilistica, buona per annoiati salottieri, spietati speculatori e critici prezzolati. Non c'è dubbio a quale categoria appartenga l'arte di Elio Mariucci, a certificarlo non è certo il mio modesto pensiero, quanto piuttosto un campione dell'arte moderna come Piero Dorazio, che quasi quarant'anni fa, si è fatto tutore dell'arte non solo di Mariucci, ma di tutto quel florido gruppo di irrequieti artisti, i 13 x 3, che ha animato, per più di due decenni dalla fine degli anni Settanta, l'arte nel centro Italia e non solo.» (dall'introduzione di Lorenzo Fiorucci)