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«Tutta la storia dell'arte occidentale, se la osservassimo nel modo in cui farebbe Baubò [...] apparirebbe una ridicola storia di definizioni, paragoni e collocazioni, in cui, a turno, da una parte all'altra del mondo, qualcuno ha sparato la sua opinione, credendo di avere la verità in tasca». La protagonista di questo «racconto allegorico», irriverente e oscena, non ha remore né pazienza nei confronti del sapere accademico: svela, sollevando metaforicamente la propria gonna, la vita in tutta la sua clamorosa verità biologica. Un antisaggio che sbeffeggia la consolidata riflessione estetica, riassegnando alla natura la sua centralità creativa. È qui che le rappresentazioni contemporanee vengono potate dai lezi intellettualistici che le ricoprono, e viene restituita dignità ai sentimenti ecologici che legano gli uomini e la Terra.