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Dopo l'8 settembre 1943 Gian Gaetano Cabella divenne uno dei giornalisti più noti o famigerati del fascismo repubblicano, Mario Piazzesi fu chiamato a ricoprire l'importante ruolo di Capo provincia a Lucca, Piacenza, Alessandria. Mentre attorno tutto rovinava, entrambi cercarono la rivincita delle pregresse delusioni. Lottatori strenui e irriducibili, nella cupa disperazione dell'ultimo fascismo si distinsero per fanatismo, mutuato dallo squadrismo di venti anni prima che li aveva visti protagonisti. Attori secondari della tragedia del conflitto mondiale, Cabella e Piazzesi agitarono l'uno la penna, l'altro la spada, avvinti e alla fine soffocati dalla medesima catena ideologica.