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Questa raccolta, sebbene venga presentata in cartaceo, nasce e si propone come un... Neo-Decameron 2020 digitale drammatizzato. Non, però, dieci giornate, cento novelle e dieci giovani, né, per fortuna, in corso di un'epidemia di peste nera, come avvenne nella Firenze del 1348, ma, nel caso nostro: un periodo di settantotto giorni di preparazione, per trentacinque monologhi, con l'impegno di trenta attori, al tempo della pandemia di Covid-19. Una trovata escogitata da un gruppo di amanti del Teatro, i quali decidono, perdurando la fase delle restrizioni con abolizione dei contatti diretti, di incontrarsi, non in un giardino fuori città, come per il primitivo Decameron immaginato da Giovanni Boccaccio, ma in "quello digitale" di Skype, più modestamente organizzato da Walter Scudero, allo scopo di poter continuare a mettere in scena qualcosa di nuovo, pur nella contingenza della diffusione del contagio.